Il metodo Marie Kondo, conosciuto anche come KonMari Method, si basa su un semplice concetto di base. Non si tratta solo di svuotare l’armadio, eliminare il superfluo o pulire ogni stanza da cima a fondo, ma di vivere in un luogo capace di suscitare gioia. Se ci pensi, un’abitazione disordinata è in un certo senso l’espressione di una confusione interiore.
Quando immagini la casa dei tuoi sogni, allo stesso tempo stai anche pensando al tipo di vita che vorresti avere. Prendi un taccuino e inizia a descrivere la cucina, il living, il bagno e la camera da letto che vorresti. Puoi anche aiutarti con foto prese dal web o dalle riviste o con un disegno. Queste idee, tradotte in parole o immagini, sono l’espressione diretta del tipo di quotidianità a cui aspiri.
Ecco perché riordinare casa significa anche cambiare la vita di tutti i giorni: un salotto ben organizzato, per esempio, è il posto perfetto dove passare momenti speciali con la tua famiglia o gli amici. Lo stesso vale per il guardaroba: il caos di vestiti e scarpe ti fa perdere tempo prezioso e buonumore. Prova a calcolare quanti minuti potresti risparmiare ogni mattina, se solo fosse più facile trovare ogni cosa!
Ora che hai scoperto la filosofia su cui si fonda il metodo Marie Kondo, puoi iniziare a riordinare casa. Ecco i dieci consigli per affrontare al meglio questo momento di riorganizzazione dei tuoi spazi e della tua vita.
Il caposaldo del metodo Marie Kondo è sicuramente il decluttering. Con questo termine inglese si indica l’azione di rimuovere ogni cosa inutile presente in casa. Non si tratta di minimalismo, come Marie ha più volte specificato: non devi vivere in un ambiente asettico e vuoto, ma semplicemente circondarti solo di oggetti a cui tieni veramente.
Il decluttering si svolge secondo un ordine preciso e attraverso diverse categorie:
Tornando al concetto di vivere in un luogo che ti dia gioia, tutto dipende da quello che rappresenta per te una vera passione. Possono essere i libri, una collezione di tazze da tutto il mondo, le foto di famiglia oppure oggetti particolari che ti ricordano l’infanzia. Quello che invece non ti trasmette più nulla, può essere donato: già, perché il punto non è nemmeno buttare, ma dare una nuova vita agli oggetti che non ti trasmettono più nulla.